Gioia in cambio di amarezza Tanto della nostalgia del Sud. Gente sana venuta di lontano: Per darvi leggerezza al cuore, Appiattito da soldi e timori Dall’imbecillità della ragione, Al suono di lunghe campane
Ed eravamo uno stesso comune
Un solo emblema, un solo padrone. Non vi
dobbiamo più niente , Quello che
c’era rimasto, Ha un nome di croci e di morti. Mai stanchi di creare portiamo Piccole gioie di un giorno sereno, Quando ridevamo ai potenti I nostri i
vostri padroni Nel fragore
dei saturnali. Uomini,
bandiere di colori, Campane senza
croci , Gli armenti ritornano ai lidi Guardando il
monte che imbianca Pensando alla primavera. Rocco
Armento da FIUME D'ARGENTO
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Domenico Armento |
Hanno Detto Le parole
di Rocco sono parlate prima che scritte, il loro rumore salta tra i denti e
ne esce isolato quasi
disarticolato: sulla stessa linea dell'occhio e della mente e nei momenti in
cui il cuore si ferma nel ricordo penoso la scrittura diventa
silenziosa e sommessa come un treno che scorre nella notte. prof. Alfredo Iannuario Scrivere
serve a Rocco per capirsi, per esorcizzare, nella invenzione linguistica, sensazioni,
delusioni, rabbia prof,ssa Maria Luisa Iori |